martedì 23 luglio 2013

MENTE SANA IN CORPO MANZO


Di ritorno dalla palestra, posso dire, con viva e vibrante soddisfazione, che quelli dell'abbonamento mensile sono i soldi meglio spesi di tutto il mio budget. Frequentarla mi fa benissimo, all'umore e alla mente; al fisico per il momento un po' meno, ma confido
che la marmificazione delle mie cosce, rigide e doloranti, finisca prima o poi con il corrispondere ad un esteriorità di sodezza e piallatudine. Perchè io lo so cosa significa quel dolore lancinante, che mi impedisce di sedermi sulla tavoletta del water anche nell'intimità di casa: dentro di me, nel profondo, sotto cumuli di adipe superfluo, cuscinetti non necessari al rotolamento delle mie chiappe e buchi di cellulite, giace una Strafiga Addormentata, che lotta per venire in superficie. Ci prova da anni la poverina, e penso che il suo record di apnea a questo punto sia stato ingiustamente trascurato dalle pubblicità della Sector; ma la coraggiosa fanciulla non molla e alla fine lo so che ci sarà quell'affondo, quell'addominale di svolta che la rivelerà in tutto il suo adolescenziale turgore.
Nell'attesa, mentre sgambetto sul tapis roulant, devo ingannare l'attesa e in questo la palestra è impagabile, perchè ospita i migliori prototipi maschili che il genere umano ha da offrire.
Si comincia con gli interpreti principali, gli istruttori: quasi tutti maschi, quasi tutti peculiari, non tutti ahimè infisicati come sarebbe giusto pretendere da uno che di professione strizza i bicipiti propri e altrui. Così da un lato abbiamo Hitler, l'istruttore per eccellenza, quello talmente tirato nella muscolatura che quando lo chiami per nome si gira tutto, perchè il collo è saldato alla schiena per mezzo di un trapezio in cemento armato che non consente più il minimo movimento della testa. Ha le cosce di un brontosauro dedito al ciclismo e lo sguardo affabile e impallato di un serial killer in astinenza da omicidi efferati, due manone note per la presa ferrea, che si spera eserciti soltanto sui manubri, salvo scoprire che quando tiene i corsi non ha paura di usarle sulle malcapitate che osano accennare una sdraiata rantolante o un accasciamento sulle ginocchia al raggiungimento del settantesimo affondo di gambe. Una volta, una sola volta, ho fatto anche io per incurvare la schiena per alcuni secondi, onde dare sollievo ai miei arti inferiori, doloranti per una serie di squat di cui non vedevo la fine, credendo che non mi notasse. Sbagliatissimo, perchè Hitler ha la visione autonoma bilaterale, come gli uccelli o certi rettili o forse i pesci, per cui vede tutto, sente tutto ed è rapidissimo a materializzarsi al tuo fianco, da dove ti urla direttamente nell'orecchio tutto il suo incoraggiamento, sottolineando il concetto con affabili pacche là dove in quel momento ti fa più male. La leggenda vuole che, prima di tenere il corso, nel segreto dello spogliatoio del personale, si carichi sfogliando le foto e i messaggi delle ex che lo hanno inspiegabilmente (...) liquidato, ma penso siano solo malignità. Comunque da domani ne saprò di più, perchè, con l'istinto sadomasochista che mi contraddistingue, ho individuato in lui il Pigmalione della mia Strafiga Addormentata e gli ho chiesto di elaborarmi un piano di allenamento, ragione per cui è discretamente probabile che questo sia il mio ultimo post. Anche perchè se la Strafiga Addormentata si sveglia mi trasferisco a Cortina alla ricerca di qualche esponente della Bolognabbene in trasferta, con cui condividere i miei giorni e le mie spese, e lì il tempo sarà poco e la connessione scadente.
A giorni alterni Hitler è sostituito dallo Scamorzino, l'istruttore perfetto per quanti vanno in palestra per socializzare ed in cerca di ascolto: viso piacente, sorriso aperto e cordiale, sguardo affabile e un po' bovino, lo Scamorzino si salva con l'altezza, che non riesce però ad essere abbastanza da spalmare ed occultare tutta la buzza alcolica. Il suo bicipite è come la bellezza interiore: c'è, ma nessuno la nota mai. Premetto che vado in palestra quasi sempre in pausa pranzo e non è escluso che in altri orari sia più attivo, però è certo che personalmente non l'ho mai visto fare altro che stazionare appoggiato con una spalla a qualche macchinario, intento ad un conversazione tranquilla. Insomma, è rasserenante come una tisana al tiglio o un idromassaggio a bassa intensità, ma francamente credo che la Strafiga Addormentata abbia bisogno di un voltaggio più elevato per darsi una scossa.
Gli altri utenti della palestra sono talmente tanti che dare conto di tutti è impossibile, per cui mi limiterò ad una breve elencazione dei principali tipi, un utile vademecum per quanti muovono i primi passi nel sottobosco del maschio sportivo.
IL MANZO DA ESPORTAZIONE: grosso, gonfio, ha lo sguardo vivace di un tonno (in scatola, non il povero pesce), cammina a gambe larghe e con le braccia così distanti dal corpo che sembrano attaccate a quello del vicino di postazione;
IL MANZINO STAGIONATO: ultra quarantenne, spesso anche ultra cinquantenne, fisico discretamente asciutto, veste fieramente anni '90, non ha paura di osare un pantaloncino elasticato con vita ascellare o un calzino sfibrato tirato su fino ad un terzo del polpaccio. Crede che le basette facciano figo e non si vergogna di sembrare Johnny Bravo in carne ed ossa;
IL VORREI MA NON POSSO: fascia ampia, di età variabile dai 15 ai 95 anni, in cui stazionano vari soggetti, dall'adolescente timido e rachitico, che ricorda un video di Christina Aguilera, all'adolescente obeso e sudato, che ricorda un'altra immagine dello stesso video, fino all'anziano con i capelli bianchi dritti sulla testa, la canottiera di lana a costine e i pantaloncini marroni, che ricorda Mughini più di quanto vorresti mai essere costretta pensare.
IL POLUTROPOS: ovvero l'uomo dall'ingegno multiforme, dai molti volti, la star della palestra. Se Omero lo avesse conosciuto non avrebbe sprecato l'aggettivo per quel mediocre di Ulisse, perchè questo è un autentico fenomeno. Si presenta in palestra munito di i-pad, i-phone, confezione multipla di tronky, wafer alla nocciola e libro di storia dell'arte edito nel 1963, che fa tanto intellettuale introverso. Così equipaggiato si piazza sicuro sulla panca per addominali, dove accenna un paio di esercizi bislacchi di giustificazione, prima di stravaccarcisi sopra come un senatore romano su un triclinio e dedicarsi al vero scopo della sua presenza: ascoltare la musica dall'i-phone, mentre si scatta delle foto che, tramite l'i-pad, condivide sghignazzando  con gli amici ridanciani e cazzari come lui, sgranocchiando prima tutti i tronky e poi tutti i wafer e buttando occasionali occhiate alle pagine del libro, mentre con la coda dell'occhio verifica quanti lo stanno guardando. Non vedo l'ora sia inverno per scoprire se viene in palestra con il dolcevita a collo alto nero che fa tanto esistenzialista francese.
Insomma, è proprio vero, lo sport fa bene all'umore. Io in palestra mi diverto così tanto che una di queste volte mi porto pure i pop corn. Fatti con le pannocchie del contadino trebbiatore mio vicino, che si sa, sono sempre più buone, biologiche e quindi non incrementano la cellulite.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono cinica, ma non ottusa. Quindi, niente paura, dimmi cosa ne pensi!