venerdì 26 luglio 2013

LA TERRA DELL'ETERNO PALLORE

Come testimoniano le seguenti righe, sono sopravvissuta al tète à tète con Hitler, sebbene non abbia la certezza di riuscire poi ad alzarmi in piedi dalla sedia su cui sono al momento collassata, avendo perso l'uso di ambo i quadricipiti e di molti altri muscoli di cui non conoscevo l'esistenza, figuriamoci il nome. In queste tristi condizioni mi sono recata stamane di buon ora in Tribunale,
in bicicletta, con una borsa di pratiche farcite di mercurio in equilibrio precario sul cestino. E sottolineo SUL cestino, non dentro, perchè ho avuto cura di scegliere una borsa da lavoro troppo grande e troppo rigida per entrare nell'apposito spazio, cosa che non mi era sembrata un problema, finchè lo sbilanciamento non mi ha fatto oscillare da un lato all'altro mentre andavo fieramente in contromano lungo una delle tante stradine medievali del centro.
Superato indenne lo sbandamento, ho varcato il metal detector del Tribunale, esibendo fiera il mio tesserino di iscrizione all'Ordine - costato euri in marche da bollo inspiegabili e quindi, perdinci, ora lo esibisco eccome financo al controllore ATC - seguita da un'orda di colleghi che non si degna di fare altrettanto, limitandosi a tirare dritto davanti ai poliziotti, con l'aria impegnata di chi ha mete importanti nella vita. Tipo, come ho appreso di lì a 5 minuti, recarsi alla prima macchina del caffè, da cui effettuare una telefonata ululata all'amico del cuore che, bontà sua, non ha udienza presto e quindi è ancora a letto, con sequenza di battute su età, prestigio sociale e costo delle signorine che gli fanno compagnia in quel momento tra le lenzuola. Una volta ho sentito una collega, di quelle col volto color mocassino di cuoio e scarpe di pitone, spiegare al timido praticante a seguito che il segreto per passare il metal detector del Tribunale non è tanto esibire il tesserino, quanto ostentare fierezza e sicurezza, tirando dritto senza indugi, dal che capiscono che sei un avvocato. A giudicare dalle sghignazzate e dai gesti dei poliziotti, immagino che per capire lo capiscano, ma forse non è proprio la sicurezza la cosa che più salta loro agli occhi.
Stamattina San Tom Tom, protettore di tutti i dispersi, ha guardato a me e nella sua benevolenza mi ha concesso di prendere al primo colpo l'ascensore giusto all'interno del Tribunale, sbucando a non più di 50 metri lineari dall'aula di udienza. Avendoci messo così poco ho pagato giustamente pegno, ragione per cui il giudice si è palesato circa un'ora dopo il mio arrivo, lasciando ai colleghi il tempo di imprecare come dei carrettieri e a me tutto il tempo di osservarli. E capire. Capire che quando Sophie Kinsella ha scritto "La regina della casa" non solo non si è inventata nulla, non solo non ha descritto una realtà tutta anglosassone, ma ci ha proprio preso in pieno. Davanti a me, che succhiavo tranquilla una bella cioccolata da distributore (uno dei miei cibi/bevande sintetici preferiti) sono transitate una serie di colleghe, tutte esattamente identiche, nonostante il periodo estivo: volto pallido, anche in caso di restanti parti del corpo abbronzate, occhiaia violacee evidenziate dalle relative borse ed espressione contratta da ulcera decennale che non si è semplicemente cronicizzata, si è proprio data all'arredamento dello stomaco e tanto ci si trova bene che di recente ha addirittura montato le tende. Credo che la categoria da sola sostenga il settore merceologico dei fondotinta e delle bb cream.
Gli uomini invece si dividono per lo più in tre categorie, delle quali solo la prima può manifestare ansia e occhiaia:
- il Praticantedevoto, giovanissimo, ingenuo, crede ad ogni parola del proprio dominus (termine di grande modernità con cui si designa l'avvocato che ti onora con la sua scienza, ti offre uno spazio angusto nel suo studio e ti omaggia pure di una scrivania che un tempo serviva da sgabello all'uomo delle pulizie, il tutto senza farti nemmeno pagare l'occupazione di suolo). E' quello che si sente rivolgere domande tipo "avanti, Emeraldo, spiega al Collega come funziona la procedura di deposito telematico delle memorie conclusionali" e crede che davvero sia un test volto a migliorare la sua preparazione, non un piratesco escamotage del dominus che, non avendo la più pallida idea di cosa sia un deposito telematico, schiva in questo modo la figuraccia incombente. Il Praticantedevoto le occhiaia ce le ha da contratto, se gli vengono a mancare a seguito di un occasionale week end di non lavoro se le produce con una matita viola, onde evitare l'esilio dallo studio.
- il Professionistaultrequarantenne, sempre abbronzato, ha un'aria rilassata e vagamente stravaccata, anche da in piedi, non si preoccupa mai di nulla, non si sente in colpa mai di nulla, ti supera in fila senza neanche vederti e sfoggia sempre un sorriso identico a quello dello Stregatto. Se fa penale può avere anche delle curiose scarpe a punta, tipo strega dell'Est, contro cui personalmente inciampo spesso, visto che il Professionista staziona di norma appeso agli stipiti delle porte, in diagonale, nei giorni di prima udienza.
- l'Avvocatocentario, quello che fa questo lavoro da quando ancora vigeva il Còde Napoleon, che ha il cappotto tutto l'anno, che gira gobbo oscillando la sua borsa in pelle d'epoca, vuota perchè ha dimenticato le pratiche in studio, insieme all'agenda, agli occhiali e alla penna. Non lo vedi
mai ansioso, anzi sorride sempre benevolo e gentile, perchè ha dimenticato anche che lavoro fa.
Non so il perchè di questa terribile differenza tra i sessi, ma davvero non credo di aver mai visto una donna avvocato con l'aria meno che prossima ad un infarto fulminante. Sarà che per noi l'ansia è una dotazione di serie, come la cellulite e la ciccia che con l'età ti cade dal retro del braccio. Però il nuovo Tribunale, con il suo assetto da labirinto greco, ci mette del suo nell'incrementarla quest'ansia: in meno di 10 minuti tre persone mi hanno chiesto, con voce incrinata, se avessi idea di come si fa ad arrivare alla tal stanza o al tal ufficio. Chiunque l'abbia progettato e chiunque continui a mettere cartelli come quello della foto, deve aver dedicato parecchio del suo tempo alla visione de "Le dodici fatiche di Asterix", la parte sul palazzo della burocrazia. Che poi mi ci vedrei benissimo con un bell'imbuto in testa, io.

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