lunedì 10 agosto 2015

BREVE MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER UOMINI BISOGNOSI

Constato ogni giorno di più come la buona riuscita della comunicazione tra maschi e femmine sia minata da problemi sociali e personali. Il fraintendimento è il pane quotidiano degli scambi tra i sessi. E credo che il nemico numero uno della buona comprensione tra i due lati della barricata sia la massa informe, pulsante e rivoltante dei luoghi comuni. Essi sono il pane dei poveri di spirito e di capacità critica, l'argomento preferito da chi non ha niente di nuovo da dire e
, invece di osservare un apprezzabile silenzio, sente il bisogno di tramandare ai posteri la stessa frase-minchia rifilata da suo nonno agli amici del bar negli anni '50. Un simile soggetto non si fa fermare nemmeno dal fatto che gli amici da bar appellassero il progenitore con nomignoli affettuosi quali "il cacciaballe", "noia mortale" o "mortaretto di minchiate".
Parlando di luoghi comuni, vuole la leggenda che le donne siano creature complicate, incomprensibili, incontentabili, insoddisfabili. Che dicano sì quando vogliono dire no e che fingano di non desiderare una cosa che è proprio l'unica che le renderebbe felici per il resto della loro esistenza. E che si infiammino con una certa facilità, se non vedono esauditi i desideri che non hanno mai espresso.
D'altro canto, vuole una diversa leggenda, che gli uomini siano i meno dotati della virtù più apparente  (cit. al contrario di De Andrè), possedendo le amate scelluline grisce di Hercule Poirot in una ridotta quantità. Una quantità invero striminzita, posto che si tratta di un numero dispari inferiore a due. Secondo questa leggenda, che spiega anche la loro passione per il solitario in tutte le forme, ad esclusione di quella da gioielleria, in assenza di una sinapsi degna di questo nome non è che le loro menti possano partorire chissà che pensate, figuriamoci capire cosa gli sta dicendo la fidanzata. Per cui, all'origine della epocale incomprensione tra i sessi, non ci sarebbe una cronica stranezza femminile, ma una carenza di comprensione maschile, tale da render loro difficile decifrare anche una semplice lista della spesa o distinguere le zucchine dai cetrioli. Certo, alcuni scienziati sostengono che se gli uomini lanciassero il cuore oltre l'ostacolo e si spingessero a LEGGERE la lista della spesa, invece di limitarsi a tenerla piegata in tasca credendo di ricordarla a memoria, o arrivassero a LEGGERE i cartelli sui banchi di frutta e verdura, piuttosto che credere di essere abbastanza scafati da saper distinguere ad occhio nudo un vegetale dall'altro, le cose andrebbero molto meglio. Ma si tratta di una teoria minoritaria e nessuno ha mezza voglia di sganciare i finanziamenti necessari ad approfondirla.
Io non so se e quanto ci sia di vero in questi due luoghi comuni. Ammetto che a volte mi diverto come un mostro di Stephen King a vedere il povero Inquisitore Spagnolo contorcersi tra mille incertezze mentre gli tengo il muso senza spiegargli il perché, lanciando un misterioso "lo sai benissimo". E ammetto altresì che a volte ammutolisco di fronte a ciò che riesce a portare a casa dalla spesa, dopo che avevo perso tempo a compilare una lista che pareva un trattato sui marchi commerciali. Ma mi limito ad osservare, la sentenza la lascio a quei coraggiosi dei posteri.
Tuttavia, anche se i più mi tacciano di spietatezza, non sono immune ad un po' di materna comprensione. Sarà anche che oggi fa meno caldo e avverto con minore prepotenza il desiderio di sangue umano offertomi in rituale sacrificio. Fatto sta che voglio aiutare gli uomini, soprattutto coloro che non ce la fanno mai e che vivono cullati tra luoghi comuni e frasi fatte.
Allora, signori uomini, se leggete con attenzione e applicate con devozione, vi posso garantire che vi risparmierete molto dolore gratuito. In fondo è davvero facile, perché oggi partiamo dalle basi, cioè dalla coppia di frasi che mai, per nessun motivo, dovete pronunciare. E quando dico mai voglio proprio dire mai, non ci sono eccezioni o giustificazioni di sorta, zero, potete soltanto scegliere se essere saggi e non dirle, o essere stanchi di vivere (e di fare sesso) e pronunciarle. Non esiste una scusante valida, non vi attaccate a baggianate tipo "e dai, scherzavo! Certo che sei permalosa" o anche "be' se ti arrabbi è un problema tuo, io stavo solo scherzando". Non è mai un problema di nessun altro se non vostro, un problema parecchio grande a dir la verità, e nemmeno la scusa dell'addio al celibato a base di alcool puro e farina sniffata come se fosse sostanza illecita vi potrà evitare la condanna irrevocabile. Quindi fatevi furbi, non pronunciatele.
Eccole dunque, le due frasi da non dire mai ad una donna:
1-Hai il ciclo?
Questa frase, soprattutto se pronunciata mentre la destinataria è incazzata come un puma, ha il potere magico di decuplicare l'incazzatura, provocando l'immediata evoluzione della femmina in Erinni 6.0. Storicamente pare che molti eventi, tra cui la guerra di Troia e le 5 giornate di Milano, per secoli tramandateci come complesse questioni politiche ed economiche, siano in realtà state innescate da questa semplice domanda. Fate voi.
2-(detto a donna in gravidanza) Sei sicura che non siano due? (segue strizzatina d'occhio, di chi si trova irresistibilmente simpatico, e risata autoindulgente)
Questa è ancora più facile. Contrariamente a quanto pubblicizzato dalla Napisan e dalla Pampers, per fare due nomi a caso, la gravidanza non è tutto questo sollazzo. Sorvolando per una volta sull'aspetto "sofferenza&fatica", la gravidanza è uno dei pochi momenti nella vita di una donna in cui la perdita di controllo sul proprio corpo, il proprio peso e la propria ritenzione idrica è totale. E per molte ciò non è bello. Insinuare che la signora in questione abbia dimensioni esagerate persino per lo stato interessante in cui si trova non è carino e nemmeno sensato. Soprattutto quando l'osservazione, come al solito, viene da qualcuno che ha il sorriso fascinoso di un equino e il fisico scultoreo di un comò del '700. Situazioni che difficilmente sono transitorie, a differenza della gravidanza. 
Bene amici, questo è tutto. Solo due frasette. Facili facili. Non pronunciatele mai e le donne vi saranno amiche, amanti, alleate e voi vivrete felici e incolumi fino alla fine delle vostre esistenze. Che, di solito, terminano prima di quelle femminili, ma lì è biologia e io non posso aiutarvi.
Usatele e le conseguenze ricadranno sui vostri figli e sui figli dei vostri figli. Perché le donne non sono vendicative, sono persecutorie. Non hanno fretta, come detto vivono più a lungo di voi e si gustano la vostra sofferenza fino all'ultimo goccio. Una volta innescato il meccanismo, non illudetevi, non c'è pietà che possiate invocare, il marchio di "minchione senza ritorno" è impresso sulla vostra fronte in maniera indelebile.
Spero di essere stata d'aiuto. Ora, se volete scusarmi, torno a guardare il telefilm "Salem": la storia di di un noto paesino dell'America puritana del '600 in cui una gentile fanciulla, dopo aver assistito impotente alle ingiustizie sociali perpetrate sulle donne in quell'epoca (poverine, non erano fortunate come noi donne moderne) ed essersi trovata ingravidata a tradimento dal solito belloccio che promette di tornare presto e rimane a trastullarsi con gli indiani per una decina di anni, si vota al maligno, diventa la capa della locale congrega di streghe e stregoni e distribuisce morte e sofferenze con generosità. Chiaramente una storia di fantasia.

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