sabato 18 luglio 2015

ESTATE CHE VIENI, ESTATE CHE VAI

Un altro anno è passato ed io, pur amando le tradizioni, ho deciso quest'estate di innovare: parto per sette-giorni-sette di vacanza, in barba al record personale di salto in lungo agostano che avevo stabilito passando più ore in studio che in qualunque altro posto. Però ad una tradizione devo per forza restare fedele e dunque ho onorato la stagione estiva guardando la mia annuale puntata di Beautiful. Non so e non voglio sapere a che numero di puntata siamo arrivati
, i numeri mi deprimono e privano l'evento della sua valenza quasi liturgica. Perché nonostante Beautiful sia l'unico prodotto al mondo, insieme al Parlamento italiano, ad aver fatto proprio il motto di Gattopardiana memoria e dunque niente di fatto cambi mai, neanche inserendo personaggi nuovi a mazzi da dieci, pure ogni anno la visione mi lascia confusa e felice.
Gli eventi degni di nota sono talmente tanti che non so da dove partire. Anzi sì.
BROOKE: fino ad oggi era l'idolo di ogni donna. Come personaggio, è partita dal nulla della ricerca pseudo aziendale, dallo scantinato della Forrester, dove l'anno scorso avevamo ritrovato un bistrattato Thorne, per arrivare ai vertici dell'azienda e della famiglia. Una donna che si è ripassata, contemporaneamente, i fondamenti della matematica aziendale e i membri di un'intera famiglia, in ordine di apparizione o sparizione. Una signora che ha strappato ogni femmina sopra i 35 dall'incubo dell'orologio biologico, riproducendosi in ogni dove e ad ogni età, immune alle tristissime statistiche sulla fertilità calante degli ovuli delle quasi quarantenni. E mentre Taylor si trasformava a suon di bisturi nella controfigura di Chuckie la bambola assassina, Brooke (al secolo Katherine Kelly Lang) invecchiava con grandissima eleganza e sensualità, mantenendo un invidiabile stacco di coscia e un viso in grado di assumere ancora delle espressioni malandrine, con cui imbambolava quel mezzo neurone che i maschi della famiglia Forrester si passavano a turno. Ieri accendo la tv e mi sento mancare: la donna che ha determinato l'idea di sensualità in almeno 5 generazioni di donne, colei che è riuscita a non sembrare ridicola in nessuno dei suoi matrimoni (che fosse a cavallo o con una scodinzolante gonnellina hawaiana), ha ceduto. Addio, occhio malandrino e furente. Addio, bel viso seducente. Benvenuta (si fa per dire) fronte eternamente levigata. Brooke ha ceduto al fascino del botulino, con quel risultato di turgida immobilità che solo le pompe funebri ti sanno regalare. Lo strazio è indescrivibile. L'unica spiegazione che mi do è che, (di)partita Stephanie, l'arpia madre di molti Forrester, ci fosse bisogno di una nuova matrona un po' inquartata da vestire con completi giacca-tubino dalle forme rettangolari e dai colori pastello. E' toccato a lei. E' una ruota che gira inesorabile.
DEACON: torna, dopo qualcosa come 15 anni, il personaggio meno rimpianto della storia della soap. Ex baldo giovane, ex marito di Bridget, figlia di Brooke, ex amante della stessa Brooke, attuale padre di una figlia di Brooke. Ricompare con la stessa faccia liscia ed imberbe che chiama la sberla a gran voce, solo che i contorni non son più quelli. Come capita a molti maschi statunitensi, Deacon si è inquartato come un tacchino pronto per il giorno del Ringraziamento. Largo e rettangolare pure lui, sfoggia una pettinatura alla LucaCorderoDiMontezemolo e una vacuità di sguardo che preannuncia sfracelli. Non con Brooke, ovviamente, che ormai è buona solo per fingere di corrugare la fronte durante il cocktail natalizio a base di eggnog.
HIPSTER E TRANSESSUALE: lo sappiamo che a Beautiful sono attenti alle tendenze del momento, ma qui la commistione mi confonde. Troviamo un tricoticamente esuberante Rick Forrester, figlio (indovinate un po'?) di Brooke, che si è fatto crescere a stento una ridicola barba modaiola. Solo che continua a fare finta di dirigere la Forrester Creations, quindi abbina questo look da intellettuale degli anni '70 con giacca e cravatta inamidate. Pare una pubblicità di Trivago. Ovviamente, lo troviamo abbracciato ad una nuova donna, a cui giura per l'ennesima volta amore eterno. E lei gli nasconde un bel segretone, come sempre. Perché ci sono persone con talenti naturali e Rick, fin dalla precoce età di sedici anni, ha coltivato solerte il suo: fidanzarsi con donne in cui crede ciecamente e che gli nascondono pochi dettagli insignificanti, figli con colori di pelle variegati, armi atomiche in cantina, cosucce così. Ma questa volta il segreto non è una finta gravidanza porta matrimonio e nemmeno una famiglia socialmente imbarazzante e penalmente pregiudicata. Questa volta ciò che la donna non dice è che, in precedenza, non era affatto una donna. Trattasi di ex uomo. Ovviamente, trattasi anche di segreto di Pulcinella che conoscono tutti, perfino le impiegate della Forrester Creations addette soltanto a cucire i bottoni dei vestiti dei membri Forrester, che se li strappano a vicenda, copulando su ogni superficie piana dell'azienda. Tutti, tranne quel geppetto di Rick che continua a pettinarsi la barba e a a fare sguardi da branzino sdraiato sul banco del pesce, in attesa che tocchi a lui e che i maschi della famiglia si decidano a passargli finalmente il mezzo neurone di sua competenza.
Non so se per me ci sarà un'altra puntata estiva di Beautiful, dopo questa. Negli anni ho sopportato un po' di tutto: paternità modificate a scatole cinesi a seconda delle necessità di copione, gente morta spataccata in incidente aereo che rispuntava fresca come una rosa in un qualche califfato straricco, fantasmi dei personaggi eliminati. Ma Brooke trasformata nella bambola-gadget di Ivana Trump è troppo anche per me. E la chiamano estate.

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