domenica 8 luglio 2018

METODOLOGIA DEL LASCIARSI

Il verbo lasciare lo coniugo proprio maluccio. Non so lasciarmi andare, né lasciarti andare. Sono più brava a stringere i denti, delicata come un Bull Terrier, a tirare, strappare. A trattenere tutto, che tu sia una persona o la maledetta acqua intracellulare delle cosce. Sono un boa constrictor in formato donna, vi stritolo e mi stritolo fino a all'ultimo millimetro cubo di aria nei polmoni.

Mobbasta, però (cit.).

Voglio diventare esperta dell'abbandono impenitente, del mollare senza rimorsi e nemmeno un accenno di rimpianto. Voglio mollare la presa, rinunciando definitivamente al free climbing nella vita e nell'anima. Voglio lasciare spazio alla spensierata cazzona che attende in me da anni e non sentire nessun senso di colpa per questo. Voglio smettere di rincorrere tutto il tempo chi non c'è
e fermarmi ad abbracciare chi mi segue con pazienza da sempre.
E quindi si parte, beccatevi 'sto manifesto dell'abbandono.

  • ABBANDONO DELL'OGGETTINO PICCINO TANTO CARINO
Amiche, lo so che siete lì, ve lo dico col cuore: piantiamola di tenere le cosucce graziose perfettamente inutili, a volte perfino dolorose. La scheda telefonica istoriata (per te, donna d'annata e dannata) di quando lo abbiamo chiamato per la prima volta dalla cabina di Gatteo a Mare nel '95. La boccettina mignon di J'Adore che ci siamo rovesciate addosso quella sera che doveva essere un'uscita tra amici ma speravamo tanto in un limone selvaggio con il belloccio della compagnia. Il bigliettino di auguri stitico del "tre rose come i nostri tre anni insieme", giunto in cambio del tetrametro giambico in 18 strofe che abbiamo incautamente scritto dopo aver visto la puntata finale di Una Mamma per Amica.
Fare spazio e la prima regola per far sì che la vita ti recapiti qualcosa di più interessante. Sgombrate i cassetti e lasciati gli stitici ai loro problemi di dosaggio del Gutalax.

  • ABBANDONO DEL VESTITO CHE PRIMA O POI
Alzi la mano chi non ha nell'armadio il capo "prima o poi mi capita l'occasione" o, peggio ancora, il capo "prima o poi dimagrisco". Lo so, il recente ritorno dei pantaloni a vita alta abbinati ai toppettini in maglia e alle maglie che sembra siano state sforbiciate all'altezza dell'ultima costola, fa maledire la volta in cui abbiamo cestinato tutte quelle canotte tricot con cui ci abbigliavamo negli anni '90. E parrebbe anche andare contro questo punto del manifesto. Ma invece no, perché:

  1. sono passati i '90 e anche i 2000, con i loro colori pastello, le gonnellone lunghe e dritte, i maglioni informi. Passerà anche questo scempio;
  2. la memoria è fallace e temo ci siamo tutte dimenticate di quanto fossero sintetiche le maglie che indossavamo negli anni '90. Se penso a quanto fumavo all'epoca, capisco di essere una sopravvissuta. E comunque, se proprio ci tenete, è quasi sicuro che possiate ritrovare i vostri capi datati in quell'isolotto di plastica in mezzo al mare con cui ogni tanto ama terrorizzarci Green Peace.
Buttate senza pietà. E alle prime 10 che dicono "ma questa maglia del 1987 sembra nuova" un santino animato di Enzo Miccio che vi urla "tana per l'orrore!".

  • ABBANDONO DEGLI AMICI CHE "FATTI SENTIRE"
Sono quegli amici lì (ma davvero vogliamo chiamarli così?), quelli che frequentavi un tempo, spesso in giovane età, magari in compagnia di un ex. Quelli che una volta vedevi tutti i fine settimana e che improvvisamente avvisti soltanto se ci sbatti per sbaglio contro uscendo da Media World. Quelli che "dai, vediamoci per un aperitivo". E tu, ligia secchiona avvinghiata alle abitudini del tempo che fu, ci provi ad invitarli fuori per bere uno spritz. Anche se quando raccontano l'ultima avventura che gli è capitata sei così interessata che, senza accorgertene, ti ritrovi a contare i peli che ti sono ricresciuti sulla gamba dall'ultima ceretta. Eppure niente, vai di whatsapp, di gruppi facebook, di sms per i più anziani, di telegrammi. E ti trovi di fronte al paradosso: il rimpallo totale. Oggi non posso, domani nemmeno, forse tra 6 mesi, se la luna sarà in trigono con Uranio. E tu, che nemmeno li volevi vedere, perdi tempo e salute a rincorrerli.

Ecco, lo so: dopo questo post diverse persone si renderanno conto di essere per me amici del "fatti sentire". Me ne farò una ragione. Conoscervi è stato un piacere, evitare di fingere che non ci sia un motivo dietro al fatto che non ci frequentiamo più lo sarà altrettanto.

  • ABBANDONO DELL'AMICA "POI CI VEDIAMO CON CALMA"
Siamo tutti freneticamente impegnati, ma sono giunta alla drammatica conclusione che se una persona ti sta a cuore, per qualsiasi motivo che vada dall'amicizia al gusto di ubriacarsi in compagnia, il tempo per condividere qualcosa lo si trova. No, amica, non mi interessa sapere quante ore passi al lavoro, quanti incarichi complessi e di responsabilità tu abbia, né il numero di figli, mariti e amanti che porti avanti. Se non hai tempo per me lo comprendo, ma non stiamo più a prenderci per le natiche, che tra l'altro nemmeno serve a rassodarle.

Perché alla fine si riduce tutto ad una semplice domanda: crediamo davvero che le nostre vite e le nostre energie siano infinite? Se la risposta è no, converrete con me che conviene decidere bene come e dove investire le nostre risorse. Se la risposta è sì, dimmi quante sostanze stupefacenti assumi che almeno ti calcolo gli anni di galera che rischi.

Vado, che s'è fatta una certa.

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